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Il volume raccoglie tutte le pagine alvariane di Antonio Palermo: una lunga fedeltà del critico verso il suo autore, profusa nell'arco di un cinquantennio e interrotta soltanto dalla prematura scomparsa dello studioso, giunta mentre stava lavorando al riordino dei saggi confluiti in questo libro, dal primo intervento del 1956 alla fondamentale monografia del 1967 (ora divenuta la prima parte di esso) e poi, al termine di una serie di ritorni a intermittenza su temi e problemi alvariani, al contributo letto al convegno napoletano del 2004, last but not least. Sono pagine, quelle di Palermo, che il tempo non ha scalfito e che, di contro, acquistano ancora più risalto dal loro cronologico snodarsi, perché evidenziano quanto profonda sia stata l'indagine del critico, tra i primi (se non il primo tout court) a dimostrare la caratura europea di Alvaro come scrittore e come intellettuale e a indagarne con passione e rigore la prismaticità di scrittura.